L’itinerario, organizzato con diverse realtà che da anni operano a Roma in favore delle vittime, al via l’11 gennaio. L’arcivescovo Palmieri: «Fare rete per condividere esperienze e competenze»
Di Redazione Online pubblicato il 4 Gennaio 2021
Nella foto, un momento della veglia contro la tratta svoltasi nel febbraio 2020 a Sant'Antono a via Merulana
«Tutti noi ci rendiamo conto di quanto è grande il fenomeno della prostituzione nella nostra città, coinvolgendo donne, uomini e minori. Tuttavia non tutti sono informati di quanto questo fenomeno nasconda dietro la tratta di esseri umani e dell’enorme giro di denaro legato alle organizzazioni criminali». Parte da questo presupposto il percorso formativo promosso e organizzato dalla diocesi di Roma sul tema dello sfruttamento sessuale e della tratta degli esseri umani, al via dall’11 gennaio 2021. A spiegarlo è il vicegerente Gianpiero Palmieri, in una lettera inviata a tutte le parrocchie e alle diverse realtà ecclesiali.
L’arcivescovo cita le parole rivolte da Francesco ai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla tratta delle persone umane del 10 aprile 2019 per ricordare che «la tratta di esseri umani è una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo. È un delitto contro l’umanità». Un delitto che «porta inevitabilmente all’annientamento della libertà e della dignità della persona e disumanizza chi la compie e chi ne usufruisce – aggiunge Palmieri -. Prosegue infatti il Papa: “Chi si macchia di questo crimine reca danno non solo agli altri ma anche a se stesso”».
L’iniziativa, scrive ancora il presule, è promossa con il contributo di diverse realtà da tempo impegnata a Roma in favore delle vittime di tratta e che «da quasi un anno sono riunite in un coordinamento diocesano»: Caritas, Usmi, Sant’Egidio, Slaves no more, Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa del Magnificat, Fondazione Arché e le quattro unità di volontari che tutte le settimane scendono in strada per incontrare le ragazze. L’obiettivo è quello di « “fare rete” per condividere esperienze, competenze e linee di pensiero e per metterle al servizio di tutti». A fare da filo conduttore, il tema “Tratta di persone e sostegno alle vittime“, attorno al quale si snodano diversi obiettivi. A cominciare da quello di «riconoscere che il fenomeno della tratta di esseri umani a scopo sessuale esiste, è enormemente diffuso nella nostra città, e non può lasciarci indifferenti», sottolinea Palmieri. Nel primo blocco del percorso formativo dunque saranno date informazioni del fenomeno e testimonianze personali di chi negli anni se n’è occupato in modo diretto.Ancora, tra le finalità del percorso formativo c’è quella di «fornire strumenti operativi che facilitino la relazione con le vittime di tratta e abilitino al servizio di strada». Si parlerà quindi dei «percorsi che portano alla fuoriuscita dallo sfruttamento, all’accoglienza e al pieno recupero di una identità fisica, psicologica e spirituale perduta, che si affranchi anche dalla stigmatizzazione e dall’isolamento sociale». Ultimo obiettivo infine, nelle parole dell’arcivescovo, è quello di «promuovere un’efficace sensibilizzazione dell’intera comunità cristiana e civile della nostra città riguardo a tutto ciò che è legato al fenomeno della tratta. Questa parte del percorso – spiega – si propone di raccontare come dietro le persone che siamo abituati a vedere in strada ci sia troppo spesso una storia di violenza che inizia molto lontano nello spazio e nel tempo: un viaggio fatto di illusioni, di ricatti, di abusi, di annientamento fisico e psicologico».
L’iniziativa di formazione è rivolta non solo agli “addetti ai lavori” ma «a chiunque voglia capire meglio questo fenomeno e intenda contribuire all’opera di sensibilizzazione», è precisato nella lettera. La partecipazione può essere utile «in particolare a chi opera in gruppi parrocchiali giovanili e agli insegnanti di religione, per affrontare il tema dell’educazione alla sessualità; agli operatori dei centri d’ascolto parrocchiali, per avere nuovi strumenti di comprensione di chi, vittima di tratta in tempi di Covid, si rivolge con maggior frequenza alle parrocchie per avere aiuti di vario genere».
L’intero percorso comunque, conclude Palmieri, «vuole fornire l’occasione di un accompagnamento spirituale ai diversi operatori e volontari che quotidianamente si occupano di farsi prossimi alle tante vittime di tratta. Il primo e fondamentale passo che porta al recupero di una vita spezzata – afferma – è quello di riscaldarla dell’amore di Dio, che da schiavi ci fa figli e fratelli e che restituisce vita a chi pensava di averla persa per sempre».
Per partecipare al corso, dal titolo “Tratta di persone e sostegno alle vittime”, è necessario iscriversi attraverso questo modulo online.